IL COLORE ROSSO

IL COLORE ROSSO

A cura di Mario Giulianati

 

La prima domanda che ci si pone allorquando si parla di “rosso” è proprio questa: perché, e quando, si è collegato il colore rosso con la “sinistra”? Vi è chi lo fa risalire alla Rivoluzione francese, prima di qua, all’esercito monarchico, poi di là, quale distintivo dei rivoltosi contro la monarchia.

Ma non dimenticandoci il racconto del toro che si infuria alla vista del mantello rosso del toreador, il rosso era anche, negli eserciti dai tempi romani fino al medioevo per indicare la decisione che gli eventuali vincitori non avrebbero risparmiato nessuno. Al contrario, fatta sventolare dagli assaliti dichiarava la volontà di questi a non arrendersi. In qualche modo significava la fine della eventuale trattativa, la decisione di riprendere la lotta, ovverossia di spargere altro sangue. Rosso.

Pare che una delle motivazioni per la sinistra fu il fatto che un famoso generale francese, pure lui definibile un eroe dei due mondi, alla fine del 1700 usò un drappo rosso per comunicare al popolo che vigeva la legge marziale. Il popolo se ne infischiò e, purtroppo, molti vennero uccisi e   fu sparso il sangue, naturalmente rosso.  Nell’ ”800 (specie nel 1848) non pochi scioperi e marce popolari   sia in Gran Bretagna che in vari Paesi europei finirono con dei massacri e quindi altre bandiere rosse scesero in campo. Ma fu la Comune di Parigi che   sostituì la bandiera rossa al tricolore francese e, a mio parere, fu questo che ufficializzò il rosso quale distintivo della sinistra. Non possiamo dimenticare una vecchia canzone, quasi un inno dei lavoratori oramai desueta ma nel secondo dopoguerra ma, e qui utilizzo Wikipedia che ci informa che “Bandiera Rossa” è l’autentico inno degli operai italiani e che pare essere discendente da un canto repubblicano della metà dell’“800, ma pare che oggi non la canti più nessuno , la   prima strofa  è questa :

«Avanti popolo alla riscossa
bandiera rossa, bandiera rossa
avanti popolo alla riscossa
bandiera rossa trionferà….

Ma uscendo dal binario sindacale/politico affrontiamo laicamente la questione chiudendo la vicenda del sangue rammentandoci che questo non è sempre rosso perché è patrimonio della plebe e della borghesia, ma anche blu esclusiva degli aristocratici. Altro matrimonio   del rosso lo fa con il Milan, e viene fuori una gloriosa maglia nera/rossa di una straordinaria compagine calcistica ma il rosso/nero è presente spesso e in tempi diversi anche nella moda, sia dei maschietti come delle femminucce. Nel mondo della equitazione il rosso è ovunque, utilizzato sia dai cavalieri come dalle amazzoni ma pure è abbondantemente presente, su per giù fino a un paio di secoli fa, nelle livree dei servitori dei gran signori.

Non dimentichiamoci il rosso utilizzato nell’antica Roma dai personaggi più importanti. Capita che nei film ambientati nella antica Roma e d’intorni si faccia abbondante uso di vesti rosse, ma in realtà non era così. Il rosso, che poi era definito porpora, era rarissimo e costosissimo. Proveniva da un batterio ricavato da molluschi. Un numero enorme di molluschi sacrificati per ricavare pochi grammi di colore con cui si tingevano le toghe dei potenti, ovvero degli imperatori o dei trionfatori. Nulla a che fare con le camicie rosse garibaldine, che pure non indossavano tutti i mille (pare non più del 15%) ma alla fin fine divenne il colore della leggenda legata all’Eroe dei Due Mondi. Quello autentico.  Meno leggendario ma sicuramente non meno noto anche ben al di fuori dei due mondi, è il vino rosso. Che a volte diventa rosé.

Il vino rosso è presente ovunque, e nel nostro dialetto, almeno in passato, quando uno diceva all’altro, di andare a bersi un “goto de vin” era chiaro che si trattava di un quartino di rosso, altrimenti si specificava fuor d’ogni dubbio di quale bianco si parlava, fermo o frizzante, prosecco o durello. Pure nella nostra bandiera, il tricolore, vi è il rosso che significa il sangue sparso dai tanti che hanno combattuto per la Patria.  Ma non vorrei farla troppo lunga e vado, più o meno svelto, alla conclusione. Un rapido passaggio sull’ira che, se ti prende allora vedi rosso. Per contrasto ricordiamoci che siamo nell’anno del Giubileo e Papa Francesco bussa alla Porta Santa e apre il cammino a tutti noi con la tunica del pellegrino, rossa. 

A scuola non si usa più per utilizzarla per sottolineare gli errori, motivo per il quale era nata la matita rossa/blu.   Rammento un proverbio generato dall’esperienza dei nostri bisnonni “Rosso di sera buon tempo si spera-Rosso di mattina mal tempo si avvicina”.

Quindi portatevi l’ombrello. Non perdete di vista il semaforo e non ignoratelo perché se passate con il rosso rischiate grosso. Per concludere cito un classico, la Ferrari. Un mito colorato di rosso e un rosso del tutto particolare. Certamente la dipingono anche con altri colori ma quella che la distingue di più è questo fantastico rosso.  La conoscono in ogni parte del mondo. Una nostra eccellenza. La Ferrari è un inno alla bellezza e alle qualità straordinarie della nostra gente.

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