Per comprendere davvero cosa significhi il Vicenza per la sua gente, bisogna andare oltre i numeri e le classifiche. Bisogna tornare indietro nel tempo, a quel lontano 1902, quando nasceva una delle squadre più antiche d’Italia. Una società che ha attraversato guerre, crisi economiche, promozioni leggendarie e cadute dolorose, sempre con la stessa costante: il sostegno incrollabile del suo popolo. Vicenza non è Milano, non è Torino, non ha grandi palazzi, né multinazionali del calcio, ma ha il cuore. Ha una curva che canta anche sotto la pioggia, una città che si ferma ogni volta che il Lane gioca, e generazioni che si passano il testimone con orgoglio. Il Vicenza è un’eredità familiare. È il nonno che ti porta allo stadio per la prima volta. È la mamma che ti sistema la sciarpa prima di uscire. È il bar del quartiere che si riempie ogni domenica per la partita. E proprio come una grande famiglia, Vicenza soffre e gioisce insieme alla sua squadra. Quando il Lane è in campo, tutta la città gioca con lui.

Lo Stadio Romeo Menti non è uno stadio qualunque. È un luogo sacro, una cattedrale del calcio. Ogni gradone racconta una storia, ogni seggiolino ha visto lacrime e abbracci, ogni tifoso ha respirato speranze e delusioni. Per un tifoso entrare al Menti durante una partita del Lane è un’esperienza che va oltre lo sport. È come tornare a casa. È sentirsi parte di qualcosa di più grande. È vedere una città intera riunita, unita sotto gli stessi colori, con gli stessi sogni. Durante i playoff, il Menti si trasforma. Non è solo uno stadio, diventa una fortezza. Lì, gli avversari non trovano solo undici giocatori in campo, ma migliaia di voci, cuori e battiti che spingono quella squadra come un vento inarrestabile. È lì che il Lane trova la sua forza. E ora, più che mai, servirà ogni voce, ogni bandiera, ogni applauso.

Nei bar del centro, nei paesini della provincia, nei capannoni delle zone industriali, nei licei e nei campi di periferia, tutti parlano del Lane. Tutti sanno che c’è una sfida da vincere. E ognuno, a modo suo, dà il proprio contributo: chi cantando in curva, chi difendendo quei colori sui social, chi semplicemente indossando con fierezza una sciarpa o una maglietta. In questi playoff, non serve solo una buona squadra. Serve un popolo. E Vicenza è pronta. Lo ha dimostrato per anni ogni volta che è stata chiamata. L’ha fatto nei momenti più bui, quando si è ripartiti dalla Serie C, quando sembrava non ci fosse futuro. E ora che il futuro è lì, a pochi passi, non possiamo tirarci indietro. Se serviranno 11 leoni ci saranno 11 leoni, perché la forza che questa città può dare ai giocatori va oltre ogni delusione rimediata in questa stagione.
Vicenza è una città elegante, riservata, ma con un’anima calda. È la città di Palladio, dei portici e dei ponti sul Bacchiglione. Ma è anche la città della fatica, del lavoro silenzioso, della dignità. E il Vicenza Calcio ha sempre rispecchiato questa doppia anima: elegante ma concreta, fiera ma umile. Come i suoi abitanti, il Lane non ha mai cercato riflettori, ma si è fatto notare per dedizione, disciplina e spirito di squadra. E forse è per questo che i tifosi si riconoscono così tanto in essa. Perché il Lane non è perfetto, ma è vero. E in un calcio sempre più plastificato e globale, Vicenza resta uno degli ultimi bastioni di autenticità, dove non importa chi sia al comando, perché qualunque cosa deve essere fatta per la maglia, non per soldi, non per gratificazione, ma per i colori che ogni vicentino ha cuciti addosso dalla nascita.
Ora ci siamo. La stagione è stata lunga, fatta di alti e bassi, ma anche di crescita e orgoglio e nonostante non sia arrivata la promozione diretta non c’è spazio per la delusione, ci aspetta un mese di sacrifici e passione per tornare dove meritiamo. I playoff sono un’altra storia. Non contano più i punti, ma il cuore. Non contano le statistiche, ma chi ha più fame. E Vicenza, di fame, ne ha da vendere. Ogni partita sarà una battaglia. Ogni palla, una questione di vita o di morte sportiva. Ma il Lane ha un’arma in più il suo popolo, pronto a girare l’Italia in trasferta per essere l’uomo in più di questo Vicenza.

Un popolo che non tradisce mai. Che canta anche sullo 0-2. Che viaggia in massa anche in trasferta. Che sogna, lotta e crede, sempre. Non importa dove si giochi: al Menti, a Padova, a Cesena o a Pescara. Ovunque scenda in campo, il Lane non sarà mai solo. Perché ovunque ci sarà una sciarpa biancorossa, ci sarà Vicenza.
Tifosi, cittadini, studenti, lavoratori, pensionati, è il momento di esserci. Di far sentire la nostra voce. Di far tremare il Menti. Di colorare ogni angolo di biancorosso. Perché questa squadra merita il nostro sostegno. Perché noi meritiamo di sognare. Perché Vicenza ha bisogno del suo Lane, e il Lane ha bisogno di Vicenza. Non lasciamo niente al caso. Non lasciamo nessuno indietro. Che sia nei bar o sui social, in curva o davanti a un maxi-schermo, tutti uniti per un solo obiettivo: tornare dove meritiamo di stare. Con orgoglio. Con passione. Con amore. Forza Lane!
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