a cura di Sergio La Bella
Chi lavora nel campo della medicina o della salute integrata si sarà posto almeno una volta questa domanda: che cos’è davvero la salute?
Non quella clinica, definita da analisi e protocolli, ma quella vissuta, percepita e realizzata nella quotidianità di una persona.
La definizione più comune associa la salute all’assenza di malattia. Ma è davvero sufficiente dire “sono in salute” solo perché non si hanno sintomi?
È come dire “sono vivo” perché il cuore batte. Una definizione così riduttiva non regge alla complessità dell’esperienza umana.
Nel 1948, l’Organizzazione Mondiale della Sanità provò a dare una svolta: salute non come negazione della malattia, ma come “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”.
Un concetto ambizioso, totalizzante. Così totalizzante da apparire quasi utopico.
Perché, di fatto, chi può davvero dichiararsi in uno stato di completo benessere su tutti i fronti?
Nel 2011 l’OMS ha rivisto la definizione, spostando l’attenzione dalla perfezione alla resilienza. Salute viene descritta come “capacità di adattamento e di autogestione di fronte alle sfide fisiche, emotive e sociali”.
Un cambiamento di paradigma: non uno stato da raggiungere e mantenere a tutti i costi, ma una dinamica in evoluzione, dove ciò che conta è la risposta alle difficoltà.
Questa visione è molto più vicina all’esperienza concreta delle persone. Ci permette di riconoscere come “sano” anche chi convive con fragilità, ma ha sviluppato un’intelligenza adattiva, una forza interiore, una rete relazionale e un equilibrio personale.
A partire da queste riflessioni, mi permetto di proporre una prospettiva ulteriore.
Una persona è davvero in salute quando non solo è priva di malattia, non solo percepisce un benessere psicofisico e sociale, ma vive orientata verso un senso, una direzione, una chiamata profonda.
Salute è anche coerenza tra ciò che siamo e ciò che sentiamo di dover essere.
È consapevolezza della propria missione personale. È connessione tra corpo, mente, relazioni… e destino.
Limitarsi a inseguire parametri fisiologici perfetti, successo sociale o relazioni appaganti rischia di essere una trappola. Una vita sana è quella che riconosce il valore del proprio cammino, anche nelle sue imperfezioni.
Come ci ricorda un detto latino, “fata volentem ducunt, nolentem trahunt”: il destino guida chi lo segue, e trascina chi si oppone.
E forse la vera salute consiste proprio in questo: lasciarsi guidare, in modo lucido e consapevole, dalla propria vocazione più autentica.
Queste e altre informazioni utili, nel nuovo Salutaria Podcast, in onda su Tva Vicenza, tutti i venerdì alle 17.30.
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