E’ una notte singolare e magica quella del Solstizio d’Estate, nella quale si possono sentire animali che parlano con la lingua degli uomini e nella quale visibile ed invisibile si compenetrano e accadono episodi impensabili, come narra William Shakespeare nella sua commedia “Sogno di una notte di mezza estate” che si svolge appunto durante il Solstizio d’Estate.
La trama è complessa, ma ancor più complesso è il tesoro nascosto dentro le sue parole, piccoli segreti e riferimenti , una rappresentazione del mondo interiore e dei suoi processi, in particolare l’amore e la trasformazione. Il bosco, luogo di magia e incantesimi, simboleggia l’inconscio, dove le emozioni e i desideri si manifestano in modo distorto e caotico.
Tre le storie principali , le vicende amorose di Ermia e Lisandro, sinceramente innamorati ed altrettanto ostacolati; Elena e Demetrio, tormentati dall’infatuazione di lui per Ermia; infine Oberon, re degli elfi, e Titania, regina delle fate, storie che alla fine si intrecciano tra loro andando a creare una trama piuttosto complessa.
Sarà il folletto Puck, ingaggiato da Oberon, a creare una certa confusione nella varie trame, utilizzando per esempio in modo del tutto sconsiderato un succo magico che modifica i sentimenti di tutti i personaggi, creando scompiglio, drammi e un po’ di sana comicità.
La commedia prende in considerazione due temi principali, quello del sogno e quello della magia. La magia altro non è se non l’amore, quello con la A maiuscola, come vero protagonista verso cui tutti tendiamo, l’amore che crea non poca confusione e guai ma che alla fine permette di risolvere ogni cosa e di portarci verso la felicità.
Personaggi fatati, ambientazione a dir poco suggestiva, fatti che nella realtà non potrebbero avere luogo ed è questo che contribuisce a creare il sogno, quell’atmosfera onirica in cui il lettore si trova immerso dall’inizio alla fine, quella consapevolezza di essere come sospesi nel tempo e nello spazio, in un luogo dove tutto è possibile.
Questa notte di fine giugno, quella di San Giovanni, è il momento in cui si acquista quella che è definita la verità del lavoro compiuto nel corso dell’anno, dove si traggono le somme per capire se l’anno appena trascorso ha vissuto o meno un buon lavoro, è il momento del raccolto ed è il raccolto che fa da giudice, le parole non servono più e si pesa quello che è stato fatto traendone le conseguenti conclusioni. In questa notte misteriosa in cui realtà e sogno si confondono, alla fine è la realtà più vera a scandire ciò che è stato, nel bene e nel male, ma anche ciò che potrà essere. Fin dai tempi più remoti i solstizi segnavano infatti cambi importanti delle stagioni dell’anno, i momenti della semina e del raccolto, riti sociali rilevanti come le feste di San Giovanni Battista Il 21 giugno (solstizio d’estate) e di San Giovanni l’Evangelista il 21 dicembre (solstizio d’inverno) .
Al tempo dei solstizi si attiva un’energia molto più intensa che negli altri periodi dell’anno. In queste particolari date il Sole si trova nel punto più lontano dall’equatore, nel corso del suo cammino apparente intorno alla Terra, che gli astronomi chiamano “ellittica”. Gli antichi si erano accorti che in queste particolari date il sole arrestava il Suo movimento progressivo, che lo faceva sorgere “in punti successivi” dell’orizzonte ed in questi particolari giorni “si fermava” e “cambiava direzione”.
Anche i costruttori delle Cattedrali gotiche medievali, come delle Piramidi e dei Templi dell’antichità, hanno sempre considerato i solstizi come momenti speciali, in cui si apriva la “comunicazione con l’altro lato”, non è un caso che i Solstizi erano considerati come “i momenti di apertura delle Porte” e ritenevano che al solstizio di giugno si aprivano “le porte per gli esseri umani”, i quali potevano accedere ai cieli, mentre al solstizio di dicembre si aprivano “le porte per gli Esseri Divini” che potevano discendere sulla Terra.
Il Solstizio non è soltanto un evento astronomico ma rappresenta un momento sacro del tempo iniziatico, un’occasione per rinnovare il legame profondo tra l’uomo, la Natura e il proprio cammino interiore.
Leave a Reply