Temperatura percepita: la nuova bugia che ti vuole docile, impaurito e dipendente

Temperatura percepita: la nuova bugia che ti vuole docile, impaurito e dipendente

a cura di Roberto Severoni

 

Ci sono 30 gradi, ma ti dicono che sembrano 40. Perche? Perchè oggi non basta più che tu senta il caldo. Vogliono raccontartelo loro. Decidere per te quanto devi sudare, quanto devi lamentarti, quanto devi temere. Vogliono rubarti l’esperienza diretta, quella che ogni essere umano sano e in grado di fare con la propria pelle, i propri sensi, il proprio corpo. E lo fanno con una delle trovate più idiote e manipolatorie del nostro tempo: la temperatura percepita.

Il termometro della percezione non esiste La temperatura percepita non si misura.

Non esiste un termometro percepito. E’ una costruzione psicologica, una media inventata che tiene conto di vento, umidità e altri fattori fisici per darti un numero più alto o più basso, a seconda di cosa vogliono che tu creda. Ma non è oggettiva. E’ una narrazione.

E quando una narrazione pretende di sostituirsi alla realtà, diventa propaganda. I

ll caldo non basta. Deve essere da codice rosso.

L’umidità non basta, deve essere soffocante. Il temporale non basta. Deve essere una bomba d’acqua. Tutto e estremo, tutto e emergenza.

Ogni giorno e il giorno peggiore dell’anno. Cosi ti abitui a vivere in uno stato di allarme permanente, con un bisogno crescente di app, bollettini, notifiche. Ti disabitui a usare i tuoi sensi. Non ti lasciano più sentire il mondo. Ti dicono come dovresti sentirlo. Come se fossi un bambino. Come se fossi stupido. Se c’è umidità, il corpo si raffredda peggio, ti senti appiccicoso, affaticato, infastidito. Ma questo non significa che tu stia vivendo 10 gradi in più. E come dire che se ti manca il respiro allora sei a 3000 metri d’altitudine. No. Sei al livello del mare e respiri male per altri motivi. Punto.

Perchè te lo fanno?

1. Per condizionarti emotivamente. Ti abitui a sentirti male prima ancora di uscire. La tua giornata parte sotto il segno della fatica, della paura, del disagio.

2. Per aumentare i click. Percepito 44°C è una notizia. Fa caldo no. La drammatizzazione vende. E tu la compri… se dormi.

3. Per infantilizzarti. Non ti fanno più usare i tuoi sensi. Ti spiegano cosa dovresti sentire. Come se non fossi in grado di capirlo da solo.

4. Per alimentare la narrativa dell’emergenza eterna. Ogni condizione meteorologica viene pompata, spinta al massimo. Perché  un cittadino spaventato e più gestibile. Perchè un essere umano disabituato a percepire diventa consumatore automatico di allarmi e app.

Ma io non ci sto. Io sento. Io valuto. Io decido. E se un’app meteo vuole convincermi che 30 gradi sono percepiti 43, io la disinstallo. Non perchè non fa comodo, ma perchè non tollero la bugia travestita da verità scientifica. Non mi serve un algoritmo per dirmi che fa caldo. Mi basta il mio corpo. E la mia coscienza.

Essere liberi oggi significa questo: – Riprendersi il corpo. – Riconoscere i condizionamenti. – Smascherare le finzioni travestite da servizio. – Usare la mente prima dello smartphone.

 Se anche tu hai capito che il percepito è il nuovo veleno mentale… Benvenuto tra chi non si fa raccontare la vita da un algoritmo

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