Uno straordinario Tadei Pogacar vince di forza la Freccia Vallone presentandosi al traguardo con 10” di vantaggio sul secondo, il francese Vauquelin e 16” sul suo avversario diretto Evenepoel.
Sotto una pioggia pressoché continua, freddo e conseguente difficoltà a tenere la bicicletta in linea tra le strette curve della corsa belga, Pogacar con Evenepoel è sempre stato nelle prime posizioni del plotone che ha inseguito per molti chilometri tre corridori norvegesi che quasi eroicamente hanno mantenuto un minimo vantaggio fino praticamente ai piedi dell’ultima salita che termina la corsa.
Pogacar si spoglia di mantellina e sovramaglia a una trentina di chilometri dalla fine e subito dopo anche Evenepoel lo imita, i due grandi corridori soli e in testa al gruppo ad affrontare il grande freddo a braccia nude, quasi una prova di forza in attesa dell’ultimo sforzo che arriva a meno di 2 chilometri dall’arrivo, quando Pogacar si gira un attimo e vede che il suo avversario gli ha concesso per un attimo un paio di metri, quelli necessari per uno scatto che dal punto di vista ciclistico sembra quasi una sinfonia per come il campione del mondo riesce con semplicità ad aumentare il numero delle pedalate con una forza esplosiva che lo portano a guadagnare in pochi secondi quei 50 metri per l’arrivo solitario alla sommità del Mur de Huy.
Tadei Pogacar ancora una volta ha dato un’impressionante prova di forza, un grande campione sempre con il sorriso e la disponibilità che si evidenzia anche subito dopo l’arrivo quando va a cercare e ringraziare i suoi due compagni di squadra che proprio negli ultimi trenta chilometri hanno dato tutto per portare il loro capitano nelle condizioni migliori per l’ultima e decisiva stoccata.
Un ciclismo moderno, quello di Pogacar, che non dimentica la tradizione e il cuore di un ciclismo di altri tempi.
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